La teoria della Shock Economy di Naomi Klein e la sua applicazione alle crisi globali

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Oggi vorrei condividere con voi alcune riflessioni sulla teoria della Shock Economy di Naomi Klein e sulle sue implicazioni per l’economia e la società. Sono sicuro che vi risulterà interessante scoprire sia le situazioni di crisi possono essere sfruttate per introdurre politiche economiche estreme che quali sono le ragioni dietro a questa pratica.

Innanzitutto, è importante capire che la Shock Doctrine che Klein attacca non è una teoria condivisa da tutti gli economisti e politici.

la Shock Doctrine è legata alla teoria economica di Milton Friedman e alla scuola di Chicago. Friedman, insieme ad altri economisti dell’Università di Chicago, ha sviluppato la teoria del liberalismo economico, che sostiene che il libero mercato e la deregolamentazione sono i migliori strumenti per garantire la crescita economica e il benessere sociale.

Tuttavia, ci sono molte prove storiche che suggeriscono che la teoria di Klein abbia una certa validità. Infatti, abbiamo assistito a molti casi in cui le élite economiche e politiche hanno sfruttato situazioni di crisi per introdurre politiche neoliberiste e ridurre le protezioni sociali e le regolamentazioni statali.

Uno degli esempi più evidenti è il Cile dopo il colpo di Stato del 1973. Il governo di Augusto Pinochet, dopo un colpo di stato ai danni del presidente Allende introdusse politiche di libero mercato e privatizzazione delle imprese pubbliche, seguendo le teorie di Milton Friedman e della scuola di Chicago. Queste politiche portarono a un aumento delle disuguaglianze e della povertà, e hanno lasciato molte persone senza lavoro e senza accesso ai servizi pubblici essenziali.

Anche la Russia dopo la caduta dell’Unione Sovietica è stata vittima della Shock Doctrine. I governi che si susseguirono aprirono a politiche neoliberiste che provocarono lo stesso effetto. Il libero mercato determinò all’emergere di una classe di oligarchi che hanno acquisito il controllo delle principali risorse del paese.

Ma la Shock Doctrine non è stata applicata solo in paesi in via di sviluppo. Anche nei paesi occidentali, come gli Stati Uniti, abbiamo assistito all’introduzione di scelte neo liberiste in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001. Il governo di George W. Bush introdusse politiche di sorveglianza di massa e di restrizione delle libertà civili, giustificandole come necessarie per la sicurezza nazionale. Queste politiche hanno portato a un aumento del potere del governo e alla riduzione della partecipazione democratica

Alcuni degli effetti più evidenti furono l’aumento della sorveglianza e delle restrizioni alla privacy: furono adottate nuove leggi, come il Patriot Act, che aumentarono il controllo e limitarono le libertà civili dei cittadini americani e di altre persone che transitavano negli Stati Uniti. Ed anche l’intensificazione delle politiche militari: gli Stati Uniti intrapresero guerre in Afghanistan e in Iraq, e le politiche militari e di sicurezza nazionale furono rafforzate in tutto il mondo. Per non considerare gli effetti economici negativi: le restrizioni alla circolazione e al commercio internazionale e l’aumento delle spese militari ebbero un impatto depressivo sull’economia americana e su quella globale.

Le politiche di restrizione adottate dal governo degli Stati Uniti dopo gli attacchi ebbero un impatto significativo su molteplici aspetti della società americana e del mondo intero.

Ma perché il popolo accetta di farsi dominare da queste teorie?

Come ho accennato prima, una delle ragioni principali è la paura. Le situazioni di crisi creano un senso di paura e insicurezza nella popolazione, che cerca soluzioni rapide ed efficaci per ripristinare la normalità. In questi momenti di stress emotivo, le persone potrebbero essere più inclini a sostenere politiche autoritarie o di emergenza, che potrebbero essere utilizzate come pretesto per ridurre la libertà individuale.

Un’altra ragione è la propaganda e la manipolazione dell’opinione pubblica. I media e i leader politici possono utilizzare le situazioni di crisi per creare una narrazione che giustifica il bisogno che bisogna cambiare i sistemi di protezione sociale per far fronte alle nuove emergenze.

Ci sono state molte critiche alla teoria della Shock Economy, soprattutto da parte di economisti e studiosi che sostengono la teoria della scuola di Chicago

Tuttavia, alcuni studiosi hanno riconosciuto che ci sono stati casi in cui le élite economiche e politiche hanno sfruttato le situazioni di crisi per introdurre politiche estreme, come ad esempio durante la crisi finanziaria del 2008.

Lo scandalo di Lehman Brothers è stato uno dei momenti più significativi di tale crisi. Lehman Brothers era una banca d’investimento statunitense, che aveva un’enorme esposizione al mercato immobiliare sub-prime americano, ovvero al mercato dei prestiti ipotecari a persone con bassa solvibilità creditizia ma era considerata a torto troppo grande per fallire secondo la teoria dei Cicago boys L’impatto della caduta di Lehman Brothers fu catastrofico per l’economia globale. La crisi finanziaria globale causò una grande recessione economica, con la perdita di posti di lavoro, la contrazione dei mercati immobiliari e la diminuzione del PIL in molti paesi.

Nonostante le critiche, la teoria della Shock Economy di Naomi Klein ha avuto un impatto significativo sulla comprensione delle dinamiche economiche e politiche della globalizzazione. Ha contribuito a evidenziare il ruolo delle élite economiche e politiche nell’introduzione di politiche estreme e nella riduzione delle protezioni sociali e delle regolamentazioni statali.

La teoria di Friedman è anche un monito per la società, affinché sia più consapevole dei rischi di accettare queste decisioni durante le situazioni di crisi. È importante che la società rimanga vigile e critica nei confronti delle politiche proposte dalle élite economiche e politiche, soprattutto in momenti di crisi.

Inoltre, Klein solleva importanti questioni sul ruolo dei media e della propaganda nell’influenzare l’opinione pubblica. È importante che i media siano responsabili e indipendenti, e che la società abbia accesso a fonti di informazione diverse e affidabili per formare una propria opinione critica.

La teoria della Shock Economy è ancora più rilevante oggi, in un’epoca in cui il mondo sta affrontando crisi multiple, come la pandemia Covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina. In queste situazioni di crisi, ci sono stati tentativi di introdurre politiche estreme e di deregolamentazione che potrebbero avere conseguenze a lungo termine per la società e l’economia globale.

La teoria ci ricorda l’importanza di rimanere critici e di non farsi sopraffare dalla paura e dall’insicurezza durante le situazioni di crisi. È importante essere consapevoli dei rischi delle politiche neoliberiste e autoritarie introdotte in tali situazioni, e di fare pressione sui governi affinché agiscano nell’interesse del bene comune e non solo delle élite economiche e politiche.

In questo contesto, i media svolgono un ruolo cruciale nell’informare la società in modo responsabile e indipendente, evitando la diffusione di disinformazione e propaganda che potrebbero creare divisioni e giustificare politiche estreme.

L’invito che vi faccio è una chiamata all’azione per tutti noi, in particolare durante le situazioni di crisi. Dobbiamo essere critici e attenti, non solo alle azioni dei governi ma anche alle influenze delle multinazionali che cercano di sfruttare le crisi a loro vantaggio. Dobbiamo difendere le protezioni sociali e le regolamentazioni statali che proteggono il benessere della società e sostenere politiche economiche e sociali che promuovono l’uguaglianza e la giustizia sociale. Dobbiamo anche fare la nostra parte per combattere la diffusione delle fake news, spesso generate da grandi interessi economici, e diffondere solo informazioni accurate e verificate. Solo così possiamo proteggere la nostra società e costruire un futuro migliore per tutti.

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