La situazione politica attuale in Italia: il governo, la povertà e il futuro del reddito di cittadinanza”

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Nel 1980, Massimo Troisi fu invitato a Taormina per ricevere un premio per il film “Ricomincio da tre”. L’intervistatore Pino Caruso chiese a Troisi come aveva trovato Taormina. Troisi, sfruttando la sua abilità di ragionare per paradossi, diede una risposta esilarante (si può guardare il video di YouTube di quell’evento alla fine del post). Oltre a dire che Taormina era bellissima, sottolineò anche un suo difetto. Cominciò a lamentarsi del fatto che aveva visto pochi poveri dormire lì e si chiese il motivo per cui i poveri snobbassero quella bella città. Rafforzò questo ragionamento facendo l’esempio della sua zia e della sua famiglia, che erano poveri e si lamentavano sempre. La teoria di Massimo era che dovevano smettere di snobbare i ricchi e provare a passare un mese a Taormina, in modo da smettere di lamentarsi. Era evidente quanto divertisse questa visione e il senso del paradosso che Troisi aveva come qualità innata.

A distanza di 40 anni, quel ragionamento provocatorio che tanto mi faceva divertire e riflettere si è trasformato quasi in un incubo. Negli ultimi tempi, si è fatto strada un ragionamento tra i politici che trovo drammatico. Dopo l’approvazione del reddito di cittadinanza, il centrodestra ha cominciato ad attaccare quella legge definendo i percettori come fannulloni che non volevano lavorare e che quindi quella legge andava eliminata. Il nuovo governo, tra i suoi primi atti, ha ridimensionato fortemente quella legge con l’obiettivo dichiarato di eliminarla totalmente. La cosa che mi spaventa di più è che il ragionamento che ormai anche le persone che incontri per strada dicono di essere d’accordo con questo governo e che il problema della povertà è un falso problema. Secondo loro, la gente vuole essere assistita senza muovere un dito e che quindi bisogna togliere tutti gli alibi e farli lavorare. A parte la riflessione sul fatto che nel periodo del Covid, il reddito di cittadinanza ha aiutato a non far aumentare in maniera smisurata la povertà in Italia, l’attacco al welfare proposto dalla destra italiana è preoccupante e rappresenta una visione distorta della realtà. Secondo questa prospettiva, essere poveri è considerato una colpa e pertanto non si dovrebbero preoccupare delle persone più bisognose, ma piuttosto concentrarsi sull’aiuto alle imprese per creare posti di lavoro. Tuttavia, questo ragionamento è fallace per diversi motivi. In primo luogo, negli ultimi anni le imprese hanno ricevuto molte sovvenzioni pubbliche, ma i nuovi posti di lavoro creati sono stati inferiori alle aspettative e in alcuni casi la situazione è addirittura peggiorata, con aziende che hanno deciso di delocalizzare e licenziare i dipendenti. Inoltre, le imprese spesso richiedono di pagare meno i lavoratori, creando una nuova categoria di persone che vivono in condizioni di semi-povertà.

È importante affrontare questo problema prima che intere zone del paese scivolino in un contesto di ribellione. Se non lo facciamo, lo Stato potrebbe essere costretto a reprimere le proteste, creando un problema ancora più grave.

La strategia attuale del governo sulla gestione dei migranti e l’abolizione prevista del reddito di cittadinanza a luglio solleva preoccupazioni sul fatto che questo sia il modello che vorranno seguire per gestire le richieste di giustizia sociale. Senza contare che con la nuova riforma delle autonomie regionali il Sud sembra essere condannato a soccombere. Questa mancanza di coesione e di volontà di affrontare seriamente i problemi è inopportuna e pericolosa.

Mi chiedo spesso se questo governo voglia realmente portare alla protesta di piazza al fine di giustificare una risposta violenta per sedare qualsiasi richiesta di giustizia sociale (sperando in una nuova shock economy). Sembra probabile, considerando il modo in cui tratta il tema dei migranti, e non esiterebbe a mettere in atto una strategia per sedare le richieste. La loro attuale politica sui migranti, che comprende la chiusura dei porti, il fermo delle navi delle ONG che cercano di salvare vite nel Mediterraneo e l’adozione di una strategia di porto sicuro lontano dal più vicino punto, è inumana e al di là della soglia di tolleranza.

Luglio, quando il reddito di cittadinanza verrà soppresso, sarà un mese che darà molte risposte a questi dubbi e davvero spero che non si faccia ricorso alle situazioni che ho ipotizzato. Se l’obiettivo è fare guerra a chi vuole aiutare le persone disperate, allora ci troveremo di fronte a un problema serio. Anche il comportamento dell’opposizione è preoccupante, con alcuni che sono d’accordo con il governo, altri che difendono a spada tratta il RDC e altri ancora che sostengono che il problema è “altro” e bisogna puntare al salario minimo orario, come se l’uno escludesse l’altro.

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