Basta con lo sfruttamento del lavoro gratuito

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Lo sfruttamento del lavoro gratuito o mal pagato è una questione che ha raggiunto un livello critico, specialmente in Italia. La situazione ha portato oggi i giovani dell’associazione Genova che Osa a organizzare un sit-in davanti al Museo del Mare a Genova. Il sit-in è stato organizzato a seguito della pubblicazione di un bando da parte del Comune di Genova per la ricerca di un esperto bilingue da impiegare per sei mesi  quattro giorni alla settimana, senza prevedere alcun compenso nel percorso “Memoria e Migrazioni” del Museo del Mare.

Il Museo del Mare, in particolare, è un punto di riferimento nazionale per la rigorosa raccolta di dati sull’emigrazione italiana e per i suoi percorsi divulgativi. Tuttavia, i manifestanti sostengono che questo bando, che non prevede alcun compenso per l’esperto bilingue, sia solo un altro esempio di sfruttamento spacciato per volontariato.

Questo tipo di pratica, purtroppo, non è un caso isolato. In passato, il Galata Museo del Mare ha già impiegato due volontari come archivisti per un anno, e molte altre istituzioni pubbliche hanno reclutato volontari per gestire eventi di grandi dimensioni. Ad esempio, l’iniziativa “Genova Jeans” ha richiesto tanto denaro da interessare la Corte dei Conti, ma non è stato trovato alcun budget per pagare gli accompagnatori dei visitatori, che erano stati costretti a lavorare gratuitamente.

Il sindaco ha rivendicato di aver assunto otto funzionari per i plessi museali cittadini negli ultimi anni, ma questo non giustifica il fatto che ancora oggi molte mansioni professionali vengano ricoperte da volontari che non ricevono alcun compenso. Inoltre, molte aree verdi e giardini pubblici vengono gestite da volontari, ma questo dovrebbe essere un compito dei dipendenti pubblici.

Questo tipo di sfruttamento non solo è inappropriato, ma anche ingiusto. L’onere di risolvere i problemi delle infrastrutture pubbliche, come le strade piene di voragini, viene scaricato sui cittadini e sui volontari, che sono costretti a lavorare gratuitamente per aiutare a risolvere questi problemi.

Questa situazione è ingiusta e inappropriata e richiede una soluzione, anche perché al governo c’è chi continua a straparlare di ragazzi che preferiscono il reddito di cittadinanza al lavoro, ma se per lavoro si intende lavorare gratis allora davvero non ci siamo . Se poi facciamo una ricerca di queste pratiche  nel terzo settore allora ci dobbiamo preoccupare seriamente, ma di questo ne parlerò in futuro.

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